“Without passion you can’t be competitive” – Hugo Sconochini

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Pubblicato il 14/05/22

Quella di Hugo Sconochini non è una storia fuori dal comune, ma è una storia unica: salvo che al giorno d'oggi non esista un'altra persona che si dedichi con passione all'insegnamento del padel dopo essere stato capitano di una squadra di basket vincitrice di un oro olimpico.

Hugo Sconochini ha 51 anni, è argentino e ha trascorso gran parte della sua carriera da cestista in Italia. Oggi parla spagnolo con l'accento di un “Azzurro”. Vive a Milano e riferisce che oggi prova “per il padel la stessa passione” che provava per il basket nella sua carriera culminata ad Atene 2004, quando l'Argentina sconfisse il “Dream Team” americano in semifinale e l'Italia in finale.

Campione del mondo con il Panathinaikos ed europeo con la Virtus Bologna, il successo di Hugo è stato tale che oggi potrebbe adagiarsi sugli allori. Cosa impossibile per un uomo che ha fatto dello sport la sua passione.

“Senza passione non si può fare niente, senza passione non si può essere competitivi,” ha spiegato l'argentino. “Non avrei mai pensato di diventare ciò che sono diventato nel basket. Oggi, però, quella carriera non mi manca affatto. È come un amore finito.

"La mia relazione con il padel è nata per errore, come succede spesso. Quando conobbi il mio connazionale Gustavo Spector, mi disse che mi vedeva bene come preparatore atletico per gli allievi della sua scuola. Fu così che cominciai."

"Mi convinse che non potevo farci nulla"

 

Poi successe qualcosa di inaspettato: “Un ragazzino è morto facendo attività fisica presso un club vicino. Non conoscevo né lui né il suo allenatore, ma rimasi scioccato e mi sentii così male per quell'allenatore che aveva dovuto affrontare la morte del suo allievo che smisi di allenare i giovani. Avevo paura che potesse succedere anche a me.

"Fu Gustavo a convincermi che non potevo fermarmi, che non era il caso di non fare nulla. Si offrì di insegnarmi a giocare a padel, uno sport che non avevo mai praticato prima. "Vedrai che puoi farcela", mi disse, e aveva ragione: cominciai a insegnare padel. Se oggi sono chi sono lo devo a Gustavo. Ha scoperto una parte di me che non conoscevo, quella da insegnante. Oggi insegno padel e amo farlo. Mi piacerebbe giocare in modo diverso, ma ho 51 anni.”

Come Gustavo Spector, anche Hugo fa parte della famiglia mondiale Babolat e nutre un apprezzamento speciale per le racchette da padel di Babolat: “sono racchette estremamente tecnologiche e all'avanguardia”.

Che dire dell'istinto competitivo dell'atleta di punta che era una volta? Come lo controlla? "Se ho tempo partecipo a qualche torneo. Mi piacerebbe partecipare a qualche torneo importante, ma non possiedo la preparazione tecnica o fisica per competere con i giocatori di oggi," ha ammesso.
 

Molto più che un allenatore

 

La competitività di Hugo si riflette soprattutto nell'insegnamento. Come insegnante di padel, desidera emulare i suoi allenatori di basket migliori: "Istruttori che mi hanno dato tanto, non mi hanno solo insegnato a giocare, ma a interpretare la vita. Sono stati molto più che semplici allenatori di basket."

È chiaro che a Hugo Sconochini piaccia il padel. “Apprezzo la presenza del vetro, delle pareti, il fatto che si debba essere complici del partner, che ci si debba capire bene, ci sono cento metri quadri da coprire. È un gioco estremamente tattico, facile da giocare e difficile da capire. Mi piace perché è immediato, fa gruppo, chiunque può giocarci e divertirsi."

Hugo ha due figli: Matilda, 20 anni, e Oliver, 18 anni. Oliver gioca a basket, ma suo padre preferisce non andarlo a vedere per non privarlo delle attenzioni. "Se vado a vederlo lo distraggo dalla partita. Oliver ama il basket, forse più di me quando avevo la sua età."