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Loïs Boisson – Rafael Nadal, la connessione Babolat

3 min. lettura
Pubblicato il 24/07/25

Stella emergente del Roland Garros 2025, Loïs Boisson gioca con la Pure Drive dal 2016. Da bambina sognava di usare lo stesso marchio di racchetta del suo idolo. Babolat ha realizzato quel sogno.

Alcuni marchi offrono contratti quando i giovani talenti iniziano ad ottenere risultati. E poi c’è Babolat. Rafael Nadal e Carlos Alcaraz sono stati scoperti dall’azienda quando avevano appena dieci anni. Loïs Boisson ha firmato con Babolat a soli sedici anni, testimonianza dell’eccezionale scouting del brand. All’epoca la tennista francese non aveva ancora incantato il Roland Garros con la sua classe, il suo dritto, la sua forza mentale, il controllo emotivo, la copertura del campo e le sue straordinarie capacità fisiche; qualità che l’hanno portata fino alle semifinali, diventando la prima francese a raggiungere quella fase dal 2011, dopo Marion Bartoli.

Non aveva ancora sbalordito il circuito con una corsa da sogno a Parigi, eliminando tre grandi nomi: Elise Mertens, Jessica Pegula e Mirra Andreeva. Né era entrata nel raro club di giocatrici, insieme a Justine Henin e Kim Clijsters (ex ambasciatrice Babolat), che raggiungono una semifinale di un Grande Slam partendo da fuori dalle Top 300 (classificata 365) e avendo bisogno di una wild card per entrare.

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« È incredibile giocare con una racchetta Babolat come Rafa, il mio idolo »

Non era tutto scritto nelle stelle, ma la storia era già iniziata, come conferma Loïs Boisson: “Il mio idolo è Rafa Nadal. Quando ho iniziato a giocare a tennis a Dijon a 8 anni, dove sono nata, volevo solo essere come lui, copiare tutto ciò che faceva. Volevo usare lo stesso marchio. Ed è incredibile per me giocare oggi con una racchetta Babolat.” La scelta è diventata subito chiara: “Ho iniziato con la Pure Drive perché, tra tutte le racchette che ho provato, era quella che mi dava più controllo nel mio gioco. Appena l’ho presa in mano, ho capito già nel giro di un giorno che era quella! Mi dà potenza e controllo. È l’equilibrio perfetto per il mio stile.” Se servono aggiustamenti, sia al telaio sia alle corde Babolat RPM Team, Loïs sa di poter contare su un team reattivo e solidale sempre alla ricerca del setup migliore per il suo gioco: “Mi alleno a Lione, ed è bellissimo essere vicina al marchio, sapere che le racchette vengono progettate proprio qui in città. È un vero vantaggio. Se ho un problema, so che sono dietro l’angolo.”

Resilienza incrollabile

Sarebbe un errore pensare che Loïs Boisson sia nata a 22 anni al Roland Garros. Da Dijon a Monaco, dove ha seguito suo padre Yann, ex giocatore di basket dell’ASVEL diventato dirigente di club; e poi in Italia, dove si è allenata da Monaco e ha incrociato Jannik Sinner all’accademia di Riccardo Piatti, Boisson ha costruito la sua carriera passo dopo passo, sempre con grandi obiettivi e forte ambizione. Si è fatta da sé. Ha lavorato duramente, affrontato battute d’arresto, si è ripresa e ha aperto ogni porta chiusa, con calma, senza drammi. I suoi sforzi sono stati premiati a Roland Garros: “Quello che ho fatto è stato pazzesco. Ma non è un miracolo. Ho sempre avuto questa ambizione. Ho lavorato incredibilmente duramente. Questo è ciò che mi rende orgogliosa.”

Il suo primo titolo ITF, vinto in casa a Dijon nel 2022, non è stata una coincidenza, ma una svolta. All’epoca si allenava alla All In Academy, legata da vicino a Jo Wilfried Tsonga, altro giocatore Babolat. Se non fosse stato per un grave infortunio al ginocchio a maggio 2024, che l’ha costretta a saltare Roland Garros e il resto della stagione proprio mentre era vicina alla Top 150, la sua ascesa forse sarebbe arrivata un anno prima. Non importa. La sua determinazione, resilienza e mentalità di granito l’hanno mantenuta sulla buona strada per quella che promette di essere una carriera entusiasmante, e una che Babolat è orgogliosa di sostenere.

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